UNA SPIEGAZIONE PER TUTTO

mar 24 set 18.00,
mer 25 set 15.15 – 21.00

Magyarázat mindenre
di Gábor Reisz
con Gáspár Adonyi-Walsh, István Znamenák, András Rusznák
Ungheria/Slovacchia 2023, 128′

Budapest, oggi. Abel prepara il suo esame di maturità schiacciato tra le aspettative della famiglia e l’amore non confessato per la sua amica Janka. Quando l’esame va storto, la bocciatura del ragazzo diventa la scintilla che incendia lo scontro tra suo padre, convinto conservatore, e il suo professore di storia, progressista. Finché l’accaduto non diventa scandalo mediatico e il conflitto si sposta su un piano ancora più ampio…

Ambientato nell’Ungheria di Orbán e acclamato al Festival di Venezia, “Una spiegazione per tutto” racconta l’oggi con raffinata umanità e restituisce il ritratto di un Paese (e di un’Europa?) spaccato in due, dove nessuno sa o vuole comunicare apertamente con l’altro.
«Per molto tempo mi sono sentito soffocare dal clima di divisione che si respira nel mio Paese e che permea la mia vita quotidiana. Nel 2021, l’Università di Teatro e arti cinematografiche di Budapest ha perduto la propria autonomia perché è stata completamente riorganizzata dall’alto seguendo le direttive dello Stato, nonostante le proteste di professori e studenti. In quanto regista ed ex studente dell’università, mi sono unito alla protesta e un giorno, mentre tornavo da una manifestazione, mi sono reso conto che c’era bisogno di parlare della situazione che ci circonda e che ogni forma d’arte, incluso il cinema, dovrebbe essere un mezzo per farlo. La frattura che attraversa il Paese è presente da anni, anche nella vita di tutti i giorni, nei rapporti tra le persone, per strada. Per me, uno degli esempi più espressivi di questo conflitto è l’indossare la spilla con i colori nazionali. L’esibizione delle spille da parte dei nazionalisti durante gli eventi e le manifestazioni di partito ha cambiato sensibilmente il significato di questo simbolo negli ultimi 20 anni. Oggi chi la indossa è considerato un sostenitore della nazione e chi non la indossa ne è, invece, un oppositore. La situazione si è aggravata a tal punto che ogni raduno di amici o parenti sfocia presto in una presa di posizione e, di conseguenza, la gente è sempre meno interessata all’opinione altrui e ad ascoltarsi l’un l’altro. Sono convinto che, se la normale comunicazione umana cessasse, nessuno potrebbe crescere, è uno dei fondamenti di una società vivibile».
(Gábor Reisz)

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su: https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio