LA STORIA DI SOULEYMANE

ven 18 ott 15.30 – 18.00 in italiano – 21.00 v.o.s.,
sab 19 ott 15.30 – 18.00 – 21.00,
dom 20 ott 15.30 – 18.00 – 21.00,
lun 21 ott 15.30 – 18.00 – 21.00

di Boris Lojkine
con Abou Sangare
Francia 2024, 93′
Academy Two

Parigi. Souleymane è un ragazzo della Guinea, migrante senza documenti che ha attraversato quattro stati, il mare e il deserto per raggiungere la capitale francese. Pedala determinato come rider e consegna cibo a domicilio mentre studia per superare l’esame che gli permetterà di ottenere lo status di rifugiato. 48 ore di vita, tra clienti ingrati, sfruttatori che chiedono il pizzo, contrattempi e inseguimenti di autobus che non lo aspettano, in attesa di quell’appuntamento presso l’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati e degli apolidi (OFPRA) per la richiesta di asilo…

Dall’ultimo Festival di Cannes arriva al Nuovofilmstudio “La storia di Souleymane”, scritto e diretto da Boris Lojkine, Premio della Giuria e per il Migliore attore nella sezione Un Certain Regard. Un racconto sincero e pieno di umanità, che sembra il sequel di “Io, Capitano” di Matteo Garrone: cosa succede ai migranti quando riescono finalmente a raggiungere il paese desiderato?

«Da alcuni anni volevo realizzare un film sui rider che attraversano la città con i loro borsoni color turchese o color giallo neon, con il logo dell’app per la quale lavorano, così visibili eppure così completamente clandestini, visto che sono per la maggior parte privi di permessi di soggiorno. Ho girato sempre in paesi lontani come il Marocco, il Vietnam e la Repubblica Centrafricana. Ma continuavo a pensare ai rider, e così mi sono domandato: e se filmassi Parigi come fosse una città straniera di cui non conosciamo le regole, dove ogni poliziotto rappresenta un pericolo, dove gli abitanti sono ostili, sprezzanti, distanti? Dai sobborghi agli edifici realizzati secondo i dettami dell’architettura Haussman nel centro città, dai McDonald’s ai palazzi adibiti a uffici, dai centri di accoglienza dei senzatetto ai vagoni ferroviari suburbani, ho filmato la mia città, a volte molto vicino a casa mia, ma da un punto di vista completamente diverso. Nel mio film, l’ “altro” siamo noi: il lavoratore che ordina un hamburger, il passante che viene urtato e che grida dietro ai rider, il burocrate che si trova davanti a Souleymane. Non volevo raccontare una storia esemplare, mostrando una persona virtuosa che si scontra con una cattiva politica migratoria. Questo sarebbe stato troppo facile, e non ci avrebbe fatto fermare a riflettere. Preferisco fare domande: Souleymane si merita di restare in Francia? Dovrebbero concedergli l’asilo? Ritenete che ne abbia diritto? Se lo merita? Che cosa vorreste che succedesse?».
(Boris Lojkine)

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su: https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio