IL SEME DEL FICO SACRO
sab 8 mar 14.30 – 17.45 – 21.00,
dom 9 mar 14.30 – 17.45 – 21.00,
lun 10 mar 14.30 – 17.45 – 21.00.
Ingresso soci sostenitori 5€, soci base 6€, non tesserati 9€

Dāne-ye anjīr-e ma’ābed
di Mohammad Rasoulof
con Missagh Zareh, Soheila Golestani, Mahsa Rostami, Setareh Malek
Iran 2024, 168′
Bim Distribuzione
Teheran. I festeggiamenti per la promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a seguito della morte di una giovane donna. Iman è alle prese con il peso psicologico del suo nuovo ruolo. Mentre le sue figlie, Rezvan e Sana, sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli eventi, la moglie Najmeh cerca di fare del suo meglio per tenere insieme la famiglia. Quando Iman scopre che la sua pistola d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il lavoro, diventa sempre più paranoico e inizia, in casa propria, un’indagine in cui vengono oltrepassati tutti confini, uno dopo l’altro…
Premiato alla scorsa edizione del Festival di Cannes con il Premio Speciale della Giuria, “Il Seme del Fico Sacro” di Mohammad Rasoulof regala un racconto coraggioso e potente non solo di una famiglia ma di un intero paese scosso da pressioni politiche e religiose, dove risulta fondamentale l’opposizione delle protagoniste femminili.
«Dopo il mio ultimo film (“Il male non esiste”), mi ci sono voluti quattro anni per iniziare un nuovo progetto. Ciò che mi ha indotto a realizzare “Il seme del fico sacro” è stato l’essere arrestato nuovamente nell’estate del 2022, che è coinciso con l’inizio in Iran delle rivolte per Jina (Donna, Vita, Libertà). Io e altri prigionieri politici seguivamo i cambiamenti sociali da dentro il carcere. Mentre le proteste andavano in una direzione inattesa, eravamo sorpresi dalla loro portata e dal coraggio delle donne. Credo che tutto abbia avuto inizio da ciò che mi è stato detto da un addetto alto in grado della prigione di Evin, una cosa che mi è rimasta nella testa. Soffriva di un profondo rimorso di coscienza, ma non aveva il coraggio di liberarsi dall’odio che nutriva per il suo lavoro. Storie come queste mi convincono che alla fine il movimento delle donne in Iran avrà successo e raggiungerà i suoi obiettivi. Non appena sono stato rilasciato, volevo fare un nuovo film per contribuire a questo sforzo. Ma non è facile mettere insieme persone in grado di accettare i rischi di un’impresa così audace. Ci sono voluti diversi mesi per riunire gli attori e lo staff tecnico. Durante le riprese, a volte la paura di essere arrestati ha gettato un’ombra sul gruppo. Non so spiegare come abbiamo aggirato il sistema di censura del governo ma si può fare, non possono controllare tutto. La portata della repressione in Iran si è ampliata a tal punto che il governo si permette di prendere in considerazione punizioni brutali per la realizzazione di opere d’arte, non solo per il cinema. Negli ultimi quarant’anni, la sottomissione indiscussa alle istituzioni religiose e politiche al potere ha creato profonde divisioni all’interno delle famiglie. Ma se guardo le recenti proteste guidate dalle giovani generazioni, mi sembra che abbiano scelto una strada diversa, più aperta, per affrontare i propri oppressori. Per molto tempo ho vissuto in una delle isole meridionali dell’Iran. Su quest’isola ci sono alcuni vecchi alberi di fichi sacri. Il ciclo di vita di questo albero ha attirato la mia attenzione. I suoi semi cadono sui rami di altri alberi attraverso gli escrementi degli uccelli. I semi germogliano e le loro radici si muovono verso il terreno. Quando le radici raggiungono il terreno, il fico sacro si regge sulle proprie gambe e i suoi rami strangolano l’albero ospite». (Mohammad Rasoulof)
Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su: https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio