IL MIO GIARDINO PERSIANO
dom 23 feb 15.30 – 18.00 – 21.00,
lun 24 feb 15.30 – 18.00 – 21.00.

Keyke mahboobe man
di Maryam Moghaddam, Behtash Sanaeeha
con Esmaeel Mehrabi, Lili Farhadpour, Mohammad Heidari
Iran/Francia/Svezia/Germania 2024, 96′
Mahin è una donna ironica e ottimista che affronta con spirito positivo la sua vita solitaria. Un pomeriggio, dopo un pranzo con le amiche, Mahin decide di rompere la sua routine solitaria e di riaprirsi all’amore. Un incontro inaspettato si trasformerà in una serata indimenticabile e il desiderio, almeno per una notte, avrà la meglio sulle regole della vita e sulle leggi del regime iraniano.
Presentato in concorso alla Berlinale 2024, “Il mio giardino persiano” non fu accompagnato dai suoi due autori, Maryam Moghaddam e Behtash Sanaeeha, a cui venne negato il passaporto: una chiara ritorsione del governo iraniano nei confronti del loro cinema poco allineato. Quando l’amore è un atto di ribellione, la felicità diventa rivoluzionaria.
«Nei paesi mediorientali, governati da ideologie religiose, le donne vengono considerate cittadini di seconda classe. Vengono private di moltissimi diritti e possono rivendicare una loro identità solo attraverso gli uomini presenti nelle loro vite. Per anni, le donne iraniane hanno dovuto confrontarsi con leggi ingiuste come l’obbligo di indossare l’hijab e la mancanza di pari diritti. Le relazioni con il sesso opposto vengono osservate al microscopio in tutte le situazioni. Queste condizioni diventano ancora più complesse quando una donna decide di vivere da sola, come nel caso della nostra protagonista, Mahin. Ne “Il mio giardino persiano” raccontiamo la storia di una donna che cerca di essere indipendente ma deve preoccuparsi delle opinioni e delle minacce di una società religiosa e misogina. È una donna le cui libertà fondamentali sono limitate da leggi che sono intrinsecamente anti-donna. Il popolo iraniano da molti anni è costretto a vedere tristezza e desolazione, e sa che se ha l’opportunità di essere felice, deve apprezzarla fino in fondo. Questa è anche una storia sull’importanza di afferrare quel momento. Il film è ambientato in un momento in cui le donne iraniane si sono spostate in prima linea nella lotta per ottenere cambiamenti sociali e stanno cercando di abbattere i muri di queste credenze obsolete e fossilizzate. Sono le stesse credenze che proibiscono a scrittori, cineasti e agli storyteller di rappresentare le vere vite delle donne iraniane dietro le porte chiuse. La pre-produzione del film è cominciata all’inizio dell’estate e tre mesi prima dell’inizio del movimento “Donna, vita e libertà”. Eravamo all’inizio delle riprese quando Mehsa Gina Amini fu uccisa. La nostra troupe era sotto shock e non è stato facile continuare a lavorare nello stato d’animo in cui ci trovavamo. Erano giorni terribili. Le riprese dovettero essere fatte il più possibile in segreto. Anche se eravamo in grande difficoltà, concordammo tutti insieme di portare avanti e terminare questo film. Un film che vuole essere un inno alle donne, un inno alla vita e un inno alla libertà».
(Maryam Moghaddam, Behtash Sanaeeha)
Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su: https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio