Grand Tour
lun 16 dic 18.00

di Miguel Gomes
con Gonçalo Waddington, Crista Alfaiate, Cláudio da Silva
Portogallo/Italia/Francia 2024, 129′
Miglior regia al Festival di Cannes 2024
Rangoon, Birmania, 1918. Edward, un funzionario dell’Impero britannico, fugge dalla fidanzata Molly il giorno del suo arrivo per il loro matrimonio. Durante il viaggio, però, il panico si trasforma in malinconia. Contemplando il vuoto della sua esistenza, il codardo Edward si chiede che fine abbia fatto Molly… Nel frattempo Molly, decisa a sposarsi e stranamente divertita dalla fuga di Edward, segue le tracce del fidanzato in un lungo grand tour asiatico.
Miguel Gomes, già noto al pubblico e acclamato dalla critica (“Le mille e una notte – Arabian Nights”, “Tabù”), torna alla regia di una storia d’amore che diventa un viaggio, una proposta di matrimonio che diventa una fuga, un lungo grand tour tra le meraviglie d’Oriente. Vincitore del premio come miglior regia al Festival di Cannes 2024 e designato portoghese per la corsa agli Oscar.
«Questo film ha iniziato a prendere forma poco prima del mio matrimonio. Stavo leggendo un racconto di viaggio di Somerset Maugham intitolato “Il signore in salotto”. In due pagine del libro, Maugham narra il suo incontro con un inglese residente in Birmania. L’uomo era scappato dalla sua fidanzata attraverso l’Asia finché lei non l’aveva trovato, dando così inizio a un matrimonio felice. È una storia che gioca su stereotipi universali: la testardaggine delle donne che trionfa sulla codardia degli uomini. Il percorso del futuro sposo seguiva l’itinerario del grand tour. All’inizio del XX secolo, si definiva “grand tour asiatico” il viaggio che iniziava in una delle grandi città dell’Impero britannico in India e si estendeva fino all’Estremo Oriente, terminando in Cina o in Giappone. Tanti viaggiatori europei lo intrapresero, e molti di loro scrissero libri sulla loro esperienza. Partendo dall’idea generale di un fidanzato in fuga che percorre l’itinerario, abbiamo deciso che avremmo scritto la sceneggiatura solo dopo averlo intrapreso anche noi. Diversamente da quanto accade di solito nei film che lavorano con l’archivio, le immagini che abbiamo utilizzato non appartengono al passato, bensì al presente. Il resto del film, invece, girato nei teatri di posa di Lisbona e Roma, è ambientato nel passato, nel 1918. Le avventure che nascono dagli spostamenti dei protagonisti Edward e Molly sono, in sostanza, il motore narrativo del film e sono frutto delle interazioni virtuali tra i due: una sinfonia di incontri mancati provocati dalla casuale intromissione degli altri e del mondo. Ci sono vari grand tour in questo film. C’è il percorso geografico che si disegna nelle immagini dell’Asia contemporanea e che corrisponde all’itinerario percorso dai protagonisti in un’Asia immaginaria costruita in studio. C’è il grand tour emotivo che Edward e Molly vivono ognuno a modo proprio e che rappresenta un territorio non meno vasto di quello che percorrono fisicamente. E soprattutto, c’è l’immenso grand tour che unisce ciò che è separato: i paesi, i generi, i tempi, la realtà e l’immaginazione, il mondo e il cinema. Ed è proprio quest’ultimo grand tour in cui vorrei invitare gli spettatori. È a questo che serve il cinema, credo». (Boris Lojkine)
otete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su: https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio