DICKENS – FINALE DELLA PRIMA STAGIONE

gio 10 apr h.20.45 – ingresso libero

La piccola Dorritt – Casa Desolata-parte prima e seconda
di Giovanni Minardi
con Giulia Deprati, Carlo Deprati, Jacopo Marchisio, Alessio Aronne, Fabiana Pesce, Luca D’Angelo, Andrea Tomasini, Linda Bario, Carolina Inzaino, Eleonora Bruzzone, Giovanni Minardi, Irene Lavagna, Mattia Picollo, Sara Vecchio, Emanuele Costanzo
durata complessiva: 125′

“Dickens” è il ritorno a una pratica antica: la serialità al cinema, anziché sul piccolo schermo o sulle piattaforme streaming. Ideata dalla fantasia di Giovanni Minardi, regista e sceneggiatore già attivo in Rai e Mediaset che è tornato nel proprio territorio a lavorare da indipendente, specializzandosi in particolare nel campo del thriller, “Dickens” è infatti una serie a puntate che (grazie al sostegno del Circolo degli Inquieti) sta vivendo dallo scorso autunno una tournée fra sale cinematografiche, associazioni e realtà diverse in tutta la Liguria: e che approda al Nuovofilmstudio con il finale della prima stagione (preceduto da un breve riassunto dei primi tre episodi già proiettati altrove). Un finale teso, duro, avvincente, un susseguirsi di colpi di scena che certamente colpiranno sia gli spettatori già abituati sia chi si accosterà solo ora.

La trama è relativamente semplice: tre poliziotti, due uomini (Carlo Deprati e Jacopo Marchisio) e una giovane donna (Giulia Deprati, protagonista principale della vicenda), danno la caccia a un serial killer che, quando uccide, lascia sui corpi delle vittime biglietti con frasi tratte da romanzi o racconti di Charles Dickens. Parallelamente a questa trama, che fa da fil rouge all’intera storia, osserviamo sia l’evolversi delle vite private dei protagonisti (il cui vero volto si delinea a poco a poco) sia un intreccio di casi autoconclusivi, quasi piccoli film collaterali. La trovata che regge, però, tutta l’operazione è che ogni singola puntata ha lo stesso titolo del libro di Dickens del quale l’assassino misterioso si serve; e rielabora al proprio interno i motivi e i temi di quello stesso lavoro letterario: così, se lo spettatore che non conosce i testi può godersi la vicenda poliziesca, quello che invece li abbia in mente è in grado di cogliere rimandi e sfumature più complessi. Non è, insomma, solo un thriller, questo Dickens, ma una riflessione su come si raccontano le storie, sul confronto tra narrazione per parole e per immagini, sulla persistenza di certi argomenti nella storia culturale, oltre le differenze di epoche e di linguaggi.

Un lavoro peraltro già destinatario di riconoscimenti e menzioni d’onore a numerosi festival italiani e non, riconoscimenti che hanno ripagato i suoi artefici delle fatiche di una lavorazione lunghissima, iniziata nel 2019, interrotta per la pandemia, ripartita da zero riscrivendo completamente la sceneggiatura, proseguita con pazienza fra cambi di cast e di location.

Oltre 200 scene girate, più di 50 attori coinvolti, una trentina di ambienti: insomma un piccolo kolossal, di cui è stata fin qui presentata la prima stagione. Ma la seconda è già attivamente in lavorazione, con set aperti quasi ogni settimana.