C’ERA UNA VOLTA IN BHUTAN

lun 20 mag 15.30 – 18.00 – 21.00

(The monk and the gun)
di Pawo Choyning Dorji
con Tandin Wangchuk, Kelsang Choejey, Deki Lhamo
Bhutan/Taiwan/Francia/USA 2023, 107′
Officine Ubu

Premio Speciale della Giuria alla Festa del Cinema di Roma; selezionato per il Miglior Film Internazionale agli Oscar 2024

Regno del Bhutan, 2006. La modernizzazione è finalmente arrivata. Il Bhutan diventa l’ultimo paese al mondo a connettersi a Internet e alla televisione, e ora è la volta del cambiamento più grande di tutti: il passaggio dalla monarchia alla democrazia. Per insegnare alla gente a votare, le autorità organizzano una finta elezione, ma gli abitanti del posto non sembrano convinti. In viaggio nelle zone rurali, dove la religione è più popolare della politica, il supervisore elettorale scopre che un anziano Lama sta organizzando una misteriosa cerimonia per il giorno delle elezioni…

“C’era una volta in Bhutan” è il nuovo film di Pawo Choyning Dorji, regista candidato all’Oscar per “Lunana: Il villaggio alla fine del mondo”.
«I miei film hanno questa differenza interna ed esterna, tra il Bhutan urbano e quello rurale, perché sia “Lunana” che “C’era una volta in Bhutan”, con temi molto diversi, toccano la storia di un paese e di un popolo che è in uno stato di cambiamento. Con entrambi ho cercato di toccare il valore e l’unicità della cultura e delle tradizioni bhutanesi. Il Bhutan, come qualsiasi altro paese, è alla ricerca incessante di modernità, istruzione e occidentalizzazione. I valori tradizionali stanno più o meno scomparendo nel Bhutan urbano, per questo devo andare nel Bhutan rurale per ritrovarli. In “C’era una volta in Bhutan” il tema centrale è l’”innocenza”. L’innocenza è un valore così importante dell’essere bhutanesi, e purtroppo questo bellissimo valore si sta perdendo, perché sembra che la mente moderna non riesca a distinguere tra “innocenza” e “ignoranza”. Nel film il pubblico vedrà molti dei personaggi rurali della storia guidati e motivati da questa innocenza. Gli insegnamenti del Buddha influenzano ogni aspetto della cultura e delle tradizioni bhutanesi. Volevo che i personaggi del Lama e del monaco nel film personificassero la venerazione bhutanese per la cultura e le tradizioni del buddismo. Una personificazione in cui c’è così tanto rispetto per la disciplina, che la gente rurale non sussulterebbe di fronte all’audacia di un monaco con un fucile. È anche importante evidenziare il valore del simbolismo nella cultura bhutanese, e come il potere simbolico degli oggetti a volte possa essere più importante dell’oggetto stesso». (Pawo Choyning Dorji)

Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio