All we imagine as light – Amore a Mumbai
sab 26 ott 15.30 – 18.00 – 21.00
dom 27 ott 15.30 – 18.00 – 21.00 v.o.s.
lun 28 ott 15.30 – 18.00 – 21.00
di Payal Kapadia
con Kani Kusruti, Divya Prabha, Chhaya Kadam
Francia/India 2024, 110′
Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes 2024
Prabha è un’infermiera nel reparto ginecologico di un caotico ospedale di Mumbai. Tramite un matrimonio combinato ha sposato senza conoscerlo un uomo che subito dopo si è trasferito in Germania, senza farsi praticamente più sentire. La donna divide un microappartamento con un’infermiera più giovane, Anu, che è innamorata di Shiaz, un ragazzo musulmano inaccettabile agli occhi della sua famiglia indù. La terza protagonista è la città di Mumbai, metropoli sovraffollata “costruita dalle mani della povera gente” e punteggiata da condomini alveari in cui ognuno ha poco spazio per sé ma coltiva grandi sogni, perché “bisogna credere nelle illusioni, altrimenti si impazzisce”.
“All we imagine as light – Amore a Mumbai” della regista Payal Kapadia riporta l’India in competizione al Festival di Cannes dopo trent’anni, vincendo il Gran Premio della Giuria. Un racconto del mondo femminile indiano, attraverso gli occhi di donne di età differenti, dei loro desideri, delle difficoltà quotidiane e del loro bisogno d’amore, dentro una realtà in continua mutazione qual è quella della megalopoli di Mumbai.
«Fare film è un mezzo per confrontarmi con il mondo che ho intorno. Ho voluto tre personaggi femminili autonomi dal punto di vista economico, che è la prima cosa per affermare la propria indipendenza. Ho cercato di mantenere nel racconto i riferimenti alla mia realtà portandoli dentro senza sottolineature, in modo fluido, per far sì che dialogassero con la dimensione più narrativa. Sono cresciuta in un ambiente dove erano presenti per lo più donne ed ero interessata ad analizzare quel rapporto di sorellanza che si crea tra esse e come spesso, in un paese come il mio, la gerarchia della società metta in difficoltà tali rapporti. Inoltre volevo mostrare la dinamica tra persone appartenenti a diverse generazioni e come non ci sia sempre supporto tra queste. La prima cosa è proteggere la purezza della casta, una ragazza che sposa un uomo non della sua casta, disonora la sua famiglia che la rifiuterà per sempre. All’interno di questa rigida politica della conservazione di uno status quo si inscrive anche il blocco ai rapporti tra diverse religioni. Purtroppo è una tema molto serio in India. Spero davvero in un cambiamento nel futuro, questo pensiero è stato sempre presente nella mia testa ed è stato naturale inserire queste tematiche all’interno del film».
Potete acquistare i biglietti in sala prima degli spettacoli oppure in prevendita su: https://www.liveticket.it/nuovofilmstudio