ACIMAN – CHIAMAMI COL TUO NOME

CINELIBRO – III APPUNTAMENTO

Giovedì 3 ottobre, dalle h.18.30

Cinelibro – III appuntamento
Andrè Aciman
Appuntamenti per approfondire il rapporto tra Cinema, Narrativa e Saggistica

Ritorna il Cinelibro del Nuovofilmstudio con un ospite di assoluto prestigio: lo scrittore Andrè Aciman (Chiamami col tuo nome, Un’educazione sentimentale, Il bacio di Swann, tra gli altri). In occasione della tournèe italiana per la presentazione del suo ultimo libro in uscita presso Guanda, Nuovofilmstudio ne estende le date, aggiungendovi la tappa savonese. Avrete così l’opportunità di un incontro diretto per approfondire l’arte di questo importante romanziere statunitense contemporaneo. La sua ultima opera, certamente, ma anche il rapporto tra nostalgia e memoria, l’insegnamento della letteraura, il rapporto tra letteratura, sceneggiatura e cinema.

Moderato e in dialogo con la scrittrice Emanuela Abbadessa.

h.18.30 – Andrè Aciman presenta il suo ultimo libro

h.19.45 – L’autore con voi – tra noi: rinfresco con l’ospite

h.20.45 – Cinema e sceneggiatura: Aciman racconta il suo Chiamami col tuo nome

h.21.15 – Proiezione del film Chiamami col tuo nome

André Aciman è uno scrittore egiziano naturalizzato statunitense. Nato in una famiglia ebrea sefardita di origini turche, ha vissuto e studiato ad Alessandria d’Egitto, dalla quale fugge prima in Italia per scappare dalle persecuzioni degli ebrei promosse dal presidente egiziano Nasser, ottenendo la cittadinanza italiana, poi negli Stati Uniti, dove ha frequentato il prestigioso Lehman College, laureandosi in letteratura comparata nel 1973. Ha proseguito gli studi nello stesso campo all’ancor più prestigiosa Harvard, dove ha ottenuto il dottorato nel 1988. Oggi insegna letteratura comparata alla City University di New York e vive con la famiglia a Manhattan. Ha insegnato anche scrittura creativa all’Università di New York e Letteratura francese all’Università di Princeton. Aciman ha esordito nella scrittura con il memoir Out of Egypt (1994; trad. it. Ultima notte ad Alessandria, 2009), nel quale si danno come già mature la coinvolgente capacità di evocazione e l’abilità nel costruire un tessuto narrativo fortemente interiorizzato. Autore dalla prosa delicata che sa toccare alte note di sensibilità, saggista accurato, ha ottenuto ampi riscontri di pubblico e di critica con il romanzo Call me by your name (2007; trad. it. Chiamami col tuo nome,2008), sobria ed emotiva narrazione di amore da cui nel 2017 il regista Luca Guadagnino ha tratto la pellicola omonima.

Chiamami col tuo nome
di Luca Guadagnino
con Armie Hammer, Timothée Chalamet, Michael Stuhlbarg
Italia/Francia/USA/Brasile 2017, 132′

È l’estate del 1983 nel nord dell’Italia, ed Elio Perlman, un precoce diciassettenne americano, vive nella villa di famiglia del XVII secolo passando il tempo a trascrivere e suonare musica classica, leggere e flirtare con la sua amica Marzia. Un giorno, arriva Oliver, un affascinante studente americano di 24 anni, che il padre di Elio ospita per aiutarlo a completare la sua tesi di dottorato. In un ambiente splendido e soleggiato, Elio e Oliver scoprono la nascita del desiderio, nel corso di un’estate che cambierà per sempre le loro vite…

Chiamami col tuo nome è un racconto sensuale e trascendente sul primo amore. Per raccontare questa giovane relazione sentimentale Luca Guadagnino ha messo da parte i suoi vezzi autoriali, realizzando una pellicola elegante e misurata. Lontano dagli eccessi grotteschi di A bigger splash, il film affonda le radici nel romanzo omonimo di André Aciman. Il regista palermitano si è avvalso della collaborazione del grande James Ivory, che ha fornito un contributo fondamentale nel passaggio dal libro allo schermo. Sarà merito dell’influenza positiva del maestro americano, sta di fatto che il film brilla per equilibrio e delicatezza. Guadagnino si prende tutto il tempo necessario per sviluppare la genesi di una storia d’amore che è, al tempo stesso, un intenso romanzo di formazione e un viaggio alla scoperta del proprio io condiviso dai due protagonisti, Oliver ed Elio, e di riflesso dalle persone che ruotano attorno a loro. Un film maturo e formalmente perfetto, malinconico eppure solare che rappresenta il confronto con un tema e un significato universali a partire dall’esperienza personale: l’incontro con una forma di autenticità che al cinema di Guadagnino fino a ora era sempre mancata.